In ogni punto dello spazio, le onde di luce emessa da sorgenti naturali o artificiali oscillano in direzioni casuali, pur rimanendo sempre perpendicolari alla direzione di propagazione, dando luogo ad una luce detta "non polarizzata". Nel momento in cui la luce viene riflessa da alcune superfici, una parte delle onde si polarizzano, oscillando nello spazio con una precisa orientazione. Nel caso della polarizzazione lineare, l'oscillazione permane sullo stesso piano. La telecamera, come l’occhio umano, è in grado di vedere la luce riflessa dagli oggetti. Nel caso di oggetti con superfici riflettenti, queste possono dare origine a raggi polarizzati non desiderati che interferiscono con la visione, coprendo alcune caratteristiche dell'oggetto stesso. Un esempio può essere la superficie d'acqua di un lago, che spesso riflette una notevole quantità di luce polarizzata; questa appare come un riflesso biancastro uniforme che impedisce di vedere il fondale, anche se l'acqua è limpida. Per ovviare a questo tipo di problemi vengono utilizzati dei particolari filtri, detti polarizzatori, che lasciano passare soltanto le onde che oscillano in una determinata direzione, bloccando tutte le altre. Nell'esempio del lago, il polarizzatore permette il passaggio della sola luce riflessa dal fondale aumentando la sensazione di limpidezza dell'acqua. L'utilizzo dei polarizzatori però incontra il suo limite in presenza di oggetti con superfici metalliche. Queste hanno una proprietà unica: riflettono la luce incidente conservando totalmente le sue caratteristiche. Per questa ragione la luce riflessa da un metallo non può essere filtrata completamente tramite un polarizzatore.
Come funziona un polarizzatore
Senza il filtro polarizzatore
Con il filtro polarizzatore