Un servizio, molto chiaro ed efficace, nello stile giornalistico della trasmissione Le Iene, solleva ulteriori dubbi sull’affidabilità degli strumenti per la rilevazione della temperatura corporea attualmente più venduti sul mercato: i termometri a infrarossi. Com’è noto, il decreto ministeriale del 26 aprile, lo stesso che ha inaugurato ufficialmente l’inizio della cosiddetta fase 2 dell’emergenza pandemica, pone come soglia necessaria della temperatura corporea per lo svolgimento delle più normali funzioni e attività fuori casa e per l’accesso ai luoghi pubblici e di lavoro, la temperatura di 37, 5 gradi. Il servizio sottolinea come questi strumenti di misurazione siano ormai diffusissimi, tanto da comparire in cima alle classifiche commerciali delle più grandi internet company del mondo e come il monitoraggio dei centri di assembramento più nevralgici per la nostra salute pubblica (supermercati, ristoranti, aeroporti) sia stato del tutto o in parte affidato alle pistole per la temperatura. Il giornalista ha voluto provare la loro reale efficacia. Si è recato alla Stazione Termini, la più grande stazione ferroviaria d’Italia. Precedentemente munito di termometro tradizionale si è sottoposto al controllo del termometro digitale in dotazione alla Croce Rossa e alla polizia ferroviaria e anche utilizzato negli ospedali riscontrando così un notevole scarto di temperatura. Il giornalista sottopone il risultato al professor Maurizio Cusimano, docente di scienze forensi, il quale conferma che il termometro a infrarossi, se confrontato col termometro analogico, risente di una serie di variabili. Ingegnere e studioso delle problematiche dei termometri a infrarossi, oltre che esperto antropologo forense, il professore centra un punto cruciale: “nella norma ministeriale non c’è un’indicazione e un’uniformità rispetto agli strumenti da utilizzare”. Il giornalista cita poi la comprovata conclusione di uno studio americano, pubblicato sulla nota rivista scientifica, Elsevier, Journal of Hospital Infection per cui i termometri a infrarossi tenderebbero a sottostimare sistematicamente la temperatura rilevata dal termometro tradizionale e per cui la distanza del termometro dalla pelle influenzerebbe la temperatura finale. Il rischio – chiude l’articolo – è quello di lasciare circolare liberamente persone falsamente negative, ma in realtà positive (cioè potenzialmente infette) e quindi con una temperatura pari o superiore a 37,5 gradi. Segue un’intervista alla genetista Marina Baldi: “Sono termometri che misurano tutti temperature diverse, sottostimando o sovrastimando la temperatura”. E una serie di esperimenti che il giornalista effettua con diversi modelli di termometri a scansione frontale. La conclusione è sempre la stessa: la perdita costante di valore in relazione alla soglia sensibile di riferimento dei 37,5 gradi - la pelle sudata ad esempio, o il fatto che la temperatura superficiale del corpo può essere esposta e dunque condizionata dall’ambiente in cui è effettuata la rilevazione, dal clima e da moltissimi altri fattori. Niente a che vedere con DragonFly™, il nuovo dispositivo Imago
: cioè con la precisione, l’affidabilità, l’assoluta sicurezza, l’alta complessità tecnologica, di un sistema di misurazione che si avvale della nostra ventennale esperienza di utilizzo delle termocamere, cioè degli strumenti in assoluto più efficienti e affidabili nel campo della rilevazione della temperatura corporea.